Presentazione
Parte I
1. Quadro demografico
1.1. La popolazione residente
1.2. La popolazione straniera residente
1.3. La situazione lavorativa
2. Gli utenti dei centri d’ascolto
2.1. I passaggi complessivi
2.2. Sesso
2.3. Cittadinanza e aree di provenienza
2.4. Permesso di soggiorno
2.5. Classi di età
2.6. Stato civile
2.7. Istruzione
2.8. Professione
2.9. Nucleo convivente
2.10. Bisogni rilevati
2.10.1. Centro d’ascolto di Modena
2.10.2. Centro d’ascolto di Carpi
2.10.3. Centro d’ascolto di Mirandola
Parte II
3. Il quadro rispetto alla situazione abitativa
3.1. Scenari sociali ed economici a Modena
3.1.1. Scenario alternativo 3: il mercato immobiliare
3.1.2. Lo scenario 3a: ciclo immobiliare espansivo
3.1.3. Lo scenario 3b: ciclo immobiliare espansivo ed incremento dell’offerta di abitazioni
3.1.4. Lo scenario 3c: crescita economica sostenuta e ciclo immobiliare espansivo
3.2. L’innovazione difficile: politiche abitative e immigrazione
3.2.1. Un paese di proprietari: la progressiva scomparsa delle politiche per l’affitto
3.2.2. Verso un ritorno alla politica? Il sistema Emilia-Romagna e i bisogni abitativi degli immigrati
3.3. La situazione abitativa a Modena
3.3.1. La popolazione
3.3.2. Il reddito
3.3.3. La condizione abitativa
3.3.4. La locazione
3.3.5. Gli sfratti
3.3.6. Il fondo sociale per gli affitti
3.3.7. L’edilizia residenziale pubblica
Conclusioni
Appendice
A cura di Mons. Benito Cocchi Arcivescovo di Modena-Nonantola e di Mons. Elio Tinti Vescovo di Carpi
Da oltre un decennio l’Osservatorio sulle Povertà delle Diocesi di Modena e Carpi è un servizio a disposizione della chiesa locale per collocarsi in mezzo alle sofferenze e alle gioie, ai diritti e ai doveri, in particolare degli emarginati, attraverso un sempre più stretto legame tra evangelizzazione e testimonianza.
Il rapporto annuale dell’Osservatorio, che per l’anno 2005 si sofferma sul tema del diritto alla casa per i più deboli, offre alla comunità ecclesiale gli strumenti culturali per una adeguata lettura dei bisogni, delle povertà e dell’emarginazione del proprio territorio, a partire da quanto avviene nei Centri d’Ascolto diocesani.
Con queste modalità la Chiesa locale, sollecitata dal cammino che in quest’anno porterà la Chiesa Italiana al Convegno di Verona, riflette sulla sua capacità di testimoniare la speranza in un mondo che presenta mutati scenari sociali e culturali, segnato da profonde trasformazioni riguardanti la condizione e la realtà stessa dell’uomo.
I Centri di Ascolto offrono la possibilità di rendere la testimonianza della speranza proprio laddove la povertà, il disagio e ogni limitazione della dignità di uomo e di donna, sia dal punto di vista materiale che culturale e spirituale, rendono più fragile l’esistenza umana.
Attraverso l’attività dei Centri di Ascolto possiamo riscontrare, giorno per giorno, quanto la fragilità umana venga messa alla prova o sia emarginata “in tal modo viene nascosta la profondità di significato della debolezza e della vulnerabilità umane e se ne ignora sia il peso di sofferenza sia il valore e la dignità” (CEI, documento preparatorio cap. 12).
I problemi che derivano dal disagio abitativo o dalla povertà abitativa estrema, per i quali l’Osservatorio propone un approfondimento, non sono freddi e anonimi dati ma volti e storie delle persone che si sono rivolte al Centro di Ascolto. Non possiamo dimenticarcene o ignorare che la loro richiesta di aiuto è la manifestazione di un diritto non riconosciuto, segno di una problematica che coinvolge responsabilità e decisioni di tutta la società.
Siamo grati quindi alle Caritas Diocesane e ai collaboratori dell’Osservatorio delle Povertà per l’azione di stimolo e di promozione che svolgono attraverso l’attività quotidiana del Centro d’Ascolto e la realizzazione di questo rapporto annuale. Possano contribuire in modo sempre più efficace e costante a diffondere uno stile di vita orientato all’accoglienza, all’aiuto e alla condivisione, affinché possiamo essere autentici testimoni della speranza cristiana.