CONTENUTI
Presentazione
dell'Arcivescovo di Modena-Nonantola e del Vescovo di Carpi
Parte Prima L’analisi dei dati
1. La povertà sistemica
2. Passaggi 2003
3. Sesso
4. Età
5. Nazionalità-Provenienza
6. Istruzione
7. Professione
8. Abitazione
9.Nucleo familiare
10. Modena nel 2003
11.Carpi nel 2003
12. Mirandola nel 2003
Parte Seconda L’approfondimento
Commento alla metodologia del calcolo della povertà dell'Istat
“Recuperandia” a Carpi
1. Premessa metodologica
2. L’attività di monitoraggio e verifica
3. Il progetto Recuperandia
4. La valutazione da due punti di vista
5. Criticità e punti di forza
Povertà e carcere
1. Carcere e povertà
2. Nota metodologica
3. Carceri a Modena
4. La Casa Circondariale di S. Anna
5. “Definitivi” o “in attesa di giudizio”
6. Sovraffollamento
7. Risorse
8. Scuola
9. Lavoro
10. Tossicodipendenze
11. Stranieri
12. Stranieri: elementi giuridici
13. Stranieri: suggestioni antropologico-culturali
14. Ipotesi di interpretazione
15. Volontariato
Quaderno 21
Osservatorio sulle Povertà. Rapporto 2003 Caritas di Modena e Carpi
La povertà sistemica
a cura di Mons. Benito Cocchi Arcivescovo di Modena e Nonantola e di Mons. Elio Tinti Vescovo di Carpi
Il Rapporto annuale dell’Osservatorio sulle povertà è da sempre uno strumento di grande utilità per tenere monitorato un fenomeno, quello delle povertà, che è in continua evoluzione. Il fatto che sia giunto alla sua X° edizione è un segno della continuità e dell’importanza di questo servizio e della realtà che rappresenta per le due comunità diocesane.
I dati e gli approfondimenti contenuti nel Rapporto costituiscono un punto di riferimento ed orientamento anche per le altre realtà ecclesiali, in primis le parrocchie e le caritas parrocchiali.
I tre centri di ascolto continuano ad essere, nelle due diocesi di Modena e Carpi, un luogo di ascolto, di orientamento e di aiuto irrinunciabile per oltre 3.000 persone e famiglie, italiane e straniere. Sono un segno tangibile della “prossimità” della Chiesa ai poveri.
Il Rapporto annuale ci fornisce un quadro molto preciso delle situazioni che si presentano ai centri di ascolto, ma ci dà anche un’idea di problemi e fenomeni più vasti, che interessano provincia, regione e l’intero paese.
L’attenzione dei volontari e degli operatori è posta soprattutto sulla persona, non solo e tanto sul suo bisogno immediato; il compito principale dei centri di ascolto è e rimane quello di ascoltare, di stare vicino, di consigliare, di creare rapporti…
Il servizio dei centri di ascolto è importante non solo nella Chiesa e per la Chiesa, ma anche nella città e per la città, perché offre una serie di risposte utili e concrete, perché è aperto a tutti, perché è un luogo dove ognuno può andare non solo per chiedere, ma anche per donare: tempo, alimenti, oggetti, denaro…
Luoghi come questi sono importanti nella Chiesa ma anche nella comunità civile, perché consentono una “apertura” della comunità anche ai migranti, ai non residenti, a persone e famiglie che si spostano per progettare un futuro migliore.
La storia delle migrazioni ha sempre insegnato come i vantaggi, anche per la comunità ospitante, sono nel lungo periodo sempre superiori ai disagi che questa deve sopportare ed affrontare.
Occorre pertanto avere fiducia. L’auspicio, come Vescovi, è quello che anche le parrocchie, le Caritas parrocchiali possano creare i loro centri di ascolto, collegati coi centri diocesani, come segno di una carità che si diffonde e si coordina per rispondere ai bisogni ed alle attese dei poveri, come segni tangibili dell’eucaristia cui si partecipa e che ci chiede di farci dono ad ogni fratello. I laici sono chiamati, dappertutto, a farsi sempre più carico di ogni aspetto della vita della Chiesa; quello del servizio ai poveri è uno di quelli maggiormente interessati da questa riorganizzazione che in questi anni stiamo sperimentando.
A tutti i volontari ed operatori dei centri di ascolto e del Centro Ferrari un vivo ringraziamento per il loro servizio umano e cristiano, portato avanti con competenza, disponibilità e continuità. Auguri vivissimi per il servizio che farete anche nei prossimi 10 anni di Osservatorio!
Mons. Benito Cocchi e Mons. Elio Tinti