CONTENUTI
Presentazione
di mons. Benito Cocchi e mons. Elio Tinti
Introduzione al Rapporto 2000
PARTE PRIMA: LETTURA DEI DATI
Introduzione ai dati
Porta Aperta a Carpi
Porta Aperta a Mirandola
Porta Aperta a Modena
PARTE SECONDA: STRUMENTI DI CONOSCENZA
Povertà economica: concetti, definizioni e strumenti di ricerca
di Walter Nanni
Un gesto di esilio
di Gianromano Gnesotto
L'atteggiamento di Gesù verso gli stranieri
di don Ermenegildo Manicardi
PARTE TERZA: VERSO UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO
Verso un nuovo modello di sviluppo per Modena
e l’Emilia Romagna
di Francesco Falcone
Un nuovo welfare per un nuovo modello di sviluppo
in Emilia-Romagna
di Giovanni Bursi e Gianpietro Cavazza
Sostenibilità e sviluppo, paradigma inconciliabile?
Possibilità e criticità del modello ambientale di Modena
di Paolo Silingardi
Il sistema Modena: crescita e competitività
di Giorgio Razzoli
Appendice statistica
Bibliografia
Quaderno del Ferrari n. 15
Osservatorio sulle Povertà
Rapporto 2000
Caritas di Modena e Carpi
Verso un nuovo modello di sviluppo
PRESENTAZIONE
di mons. Benito Cocchi
Arcivescovo Abate di Modena - Nonantola
e mons. Elio Tinti
Vescovo di Carpi
Puntualmente esce anche quest’anno il Rapporto dell’Osservatorio
sulle Povertà promosso dalle diocesi di Modena e Carpi.
E’ alla sua 7° edizione e continua ad essere uno strumento di
grande utilità per chiunque abbia a cuore il destino dei poveri,
che “…avrete sempre con voi…” nostri compagni di viaggio in
questa vita terrena, come ci ricorda Gesù nel suo Vangelo e che
sarà il contenuto del giudizio finale “…avevo fame…” Mt. 25,
31-46.
Il Rapporto non ha mai avuto la pretesa di presentare un quadro
esaustivo di tutta la realtà legata a vecchie e nuove povertà presenti
nelle nostre due diocesi. Fortunatamente viviamo in una
realtà regionale che, ben più efficacemente di altre, ha saputo
fornire risposte concrete ed efficaci ai problemi presentati dai
poveri, italiani, nomadi o stranieri.
Ciononostante, il fatto che un numero alto e crescente di persone
e famiglie (circa 3.000 nel solo anno 2000) continuino a trovare
nei 3 centri di ascolto delle duo diocesi (Porta Aperta di
Modena, Carpi e Mirandola) risposte efficaci e, in ogni caso, un
luogo nel quale poter parlare dei propri problemi a persone –
spesso volontarie – che hanno come primo impegno proprio
quello dell’ascolto, è un dato che deve fare riflettere.
Una riflessione è necessaria all’interno delle nostre comunità
cristiane, perché colgano la necessità di mettersi in ascolto dei
poveri, con un atteggiamento di collaborazione tra tutti coloro
che operano a favore dei poveri.
Anche in questo caso siamo fortunatamente in presenza di realtà
parrocchiali ed opere diocesane che, da sempre, si mettono al
servizio dei poveri. Se ancora un passo deve essere fatto, va compiuto
in due direzioni:
- il consolidamento dei gruppi caritas parrocchiali e, perché
no, di veri e propri centri di ascolto parrocchiali. Le nostre
parrocchie sono da sempre luoghi di incontro coi poveri;
occorre fare in modo che questo incontro non sia delegato
al parroco o a 2-3 suoi collaboratori. L’esercizio della carità
è troppo importante e fondante per la comunità cristiana, non
può essere delegato a pochi “…ma di tutte più grande è la
carità!” 1 Cor. 13, 13.
- Una maggiore collaborazione ed un maggiore collegamento
tra tutti i soggetti che, all’interno della Chiesa, si occupano
di poveri. Ciò, sia per indicare uno “stile”, quello della collaborazione,
sia per una maggiore efficacia nell’aiuto ai poveri,
affinche a beneficiare degli aiuti non siano i più furbi o
coloro che non si fanno scrupoli di bussare a tutte le porte,
ma coloro che hanno più bisogno di aiuto.
Una riflessione pare essere utile anche nella società civile (e
politica) che, forse, rischia di dare per scontata l’esistenza di
queste importanti realtà presenti nelle proprie città.
Il fatto che l’esercizio della carità, nelle sue varie forme, sia un
dovere evangelico per ogni cristiano e per la Chiesa nel suo insieme,
non esime la società intera – e soprattutto chi la rappresenta
a livello politico – dal suo dovere di leggere continuamente
la realtà ed offrire risposte sempre rinnovate e sempre più
efficaci.
Il presente Rapporto può essere un valido strumento anche nelle
mani di tutti coloro che hanno responsabilità nel fornire risposte
ai poveri di oggi.
Per concludere, le due Caritas diocesane e le loro opere-segno,
tra le quali meritano un posto di primo piano proprio i centri di
ascolto, hanno il compito principale di sensibilizzare le comunità
cristiane e le istituzioni civili affinchè si occupino del tema,
complesso e multiforme, della povertà.
Se poi riescono a farlo fornendo, nel contempo, anche risposte
concrete ed incontrando migliaia di poveri ogni anno, ciò non fa
che riempire di sapore la loro missione.
Ai tre centri di ascolto “Porta Aperta”, alle Caritas diocesane di
Modena e Carpi, al Centro Culturale Ferrari ed agli autori dei
saggi contenuti nel Rapporto va il nostro vivo apprezzamento
per la costanza e la competenza nel portare avanti un’opera di
grande valore umano e cristiano.