CONTENUTI
Presentazione
di mons. Benito Cocchi e mons. Luigi Benetti
Introduzione
1. PARTE PRIMA
LETTURA DEI DATI
1.1. I dati relativi al 1999
1.2. L'analisi del trend '95/'99
2. PARTE SECONDA
TERRITORIO E STRUMENTI DI CONOSCENZA
2.1. L’immagine dell’immigrato nella stampa locale:
proposte per una metodologia di ricerca
di Karin Griffioen
2.2. Nell'anno della conversione giubilare all'altro
di padre Giampietro Brunet
Bibliografia
Quaderno del Ferrari n. 13
Osservatorio sulle povertà
Rapporto '99
Caritas di Modena e Carpi
PRESENTAZIONE
mons. Benito Cocchi
Aricivescovo Abate di Modena- Nonantola
mons. Luigi Benetti
Amministratore diocesano di Carpi
E’ fra le nostre mani il Rapporto sulle Povertà, relativo ai dati
del ’99. Non è il quadro completo del disagio nella nostra Provincia;
ha come riferimento i Centri di ascolto della Caritas delle
diocesi di Modena e di Carpi, che – per il tipo di aiuto che
possono offrire -, di fatto, sono frequentati prevalentemente da
alcune “categorie” di persone.
Il Rapporto, completo di dati e di riflessioni, è giunto
ormai alla 5a edizione. Favorisce, pertanto, un confronto che aiuta
a cogliere le costanti e le variazioni verificatesi nel corso degli
anni. Sono sintomi: svelano aspetti che potranno anche non piacere,
ma fanno parte della città.
Sarebbe superfluo ripetere quanto già è scritto circa i dati
e le considerazioni che ne derivano: Sembra utile, invece, ricordare
alcune linee del quadro generale che il Rapporto contribuisce
a disegnare:
- la condizione di benessere generale della nostra Provincia
non solo non elimina, ma alimenta una fascia
di disagio materiale (senza tener conto, poi, d’altri
generi di povertà, che non compaiono nei numeri).
- Le cifre del Rapporto confermano che la povertà –
anche in senso materiale – non riguarda solo gli immigrati
provenienti da altri paesi. Si ripete una percentuale
decisamente alta e preoccupante di italiani
che si rivolgono ai Centri di ascolto per ottenere un
aiuto.
- L’attività dei Centri di ascolto non esonera l’ente pubblico
dal dovere di intervenire. Al contrario, spesso
lo stimola. E’ innegabile, però, che il tempo fisiologico
anche della migliore burocrazia è molto più lento
dei tempi delle povertà. Ne deriva che un’intesa tra
le due realtà – pubblico e privato -, nel rispetto delle
rispettive competenze, contribuisce, alla fine, ad affrontare
con frutto le situazioni.
- L’apporto del volontariato nei Centri di ascolto ed in
altre realtà, favorisce in modo decisivo uno stile d’approccio
ai problemi, che pone al primo posto, sempre,
la persona e non l’erogazione di mezzi. E’ uno
stile umano e cristiano, che la Caritas ritiene determinante
anche se non sempre facile.
E’ il Rapporto sull’anno 1999. E’ come un lascito, un
ammonimento per il 2000. Se mai qualcosa – oltre ad una speranza
un po’ ingenua – ci ha fatto sognare che il cambio di calendario
avrebbe azzerato i problemi, questi dati ci richiamano alla
realtà; quella di chi manca del necessario nel mondo del superfluo,
ma anche di persone che generosamente e spesso gratuitamente,
si mettono a fianco di chi nient’altro cerca che di vivere
dignitosamente la propria esistenza.
Ancora una volta, il Rapporto potrebbe fare da “Guida”
per conoscere le nostre città, che sono fatte di monumenti insigni,
di aziende efficientissime ma anche di risvolto umano, che dobbiamo
affrontare per essere veramente “civili”.
Un ringraziamento sincero va al Centro culturale “F.L.
Ferrari” per l’elaborazione dei dati. Ma, come ovvio, gratitudine
piena e apprezzamento meritano i tanti che giorno dopo giorno
si mettono fraternamente a fianco di chi sente l’angoscia, l’ingiustizia
e l’umiliazione della povertà.