CONTENUTI
Presentazione
di Gianpietro Cavazza
Saluto delle Autorità
di Gianluca Borghi
di Renzo Boni
di Roberto Ruini
Parte I Un nuovo scenario per lo stato sociale: la dimensione europea e le opportunità degli enti locali
1.1 L'evoluzione dei sistemi Welfare e le strategie dell'Unione Europea
di Fiorella Ghilardotti
1.2 Ruoli e compiti di enti locali e soggetti di terzo settore
di Roberto Reggi
Parte II La qualità sociale nuova frontiera del terzo settore
2.1 Politiche sociali efficaci: una sfida per il volontariato
di Antonio Cecconi
2.2 La qualità sociale e il ruolo dell'imprenditoria non profit
di Mauro Ponzi
2.3 Imprese profit e fondazioni bancarie: profitto o bene comune?
di Giuseppe Guzzetti
Parte III Il terzo settore nell'Unione Europea
3.1 Ruolo dei soggetti pubblici e privati nello scenario europeo
di Fiorella Ghilardotti
3.2 Sistemi di welfare e impresa sociale: presentazioni di 4 casi nazionali
a cura del Centro culturale F.L.Ferrari
Quaderno n.8
“La Comunità locale e i Soggetti di Welfare”
PRESENTAZIONE
La crisi dei sistemi tradizionali di protezione sociale, costruiti nel corso di questo secolo, è ormai considerata un dato di fatto da oltre un ventennio. Nel dibattito di questi anni si è cercato di approfondire i motivi che hanno portato a tale situazione, cercando di individuare possibili vie d’uscita. L’esplosione del terzo settore in tutta Europa ha portato a identificare in esso la possibile “ancora di salvezza” per riportare efficacia ed efficienza nello stato sociale. Può essere effettivamente così? Può il terzo settore riportare nel sistema di welfare quegli elementi che oggi mancano?
Grazie alla sua capacità di rispondere ai bisogni che si manifestano, alla flessibilità che è in grado di applicare, alla capacità di mobilitare risorse umane ed economiche in genere non raggiungibili da altri soggetti, il terzo settore si candida al ruolo di primo piano nella ristrutturazione delle politiche di assistenza. Tuttavia, la realtà dimostra come il terzo settore sviluppi in pieno le sue potenzialità là dove esiste un sistema pubblico di welfare organizzato, capace di porsi in rapporto con questo tipo di soggetti e che comunque non abdica al suo ruolo di titolare della protezione sociale ma lo ridefinisce, proprio in virtù delle relazioni in cui si trova a operare.
Risulta pertanto necessario, nella fase transitoria che stiamo attraversando, riflettere sul ruolo che ogni soggetto coinvolto deve giocare, in un’ottica di sistema.
Stando a quanto è emerso anche in sede di convegno, le linee strategiche di questa ridefinizione sembrano fondarsi sui concetti di sussidiarietà e qualità.
Il principio di sussidiarietà, ormai elemento fondante di ogni politica europea, propone un’architettura del sistema profondamente radicata nell’idea di una società civile che ha in sé le risorse e le capacità per sostenere autonomamente i propri soggetti deboli, ma al tempo stesso chiama in causa la solidarietà, nel riferimento a una comunità più vasta che comunque deve farsi carico delle necessità dei propri cittadini.
Il concetto di qualità nelle politiche sociali assume il significato di efficienza ma soprattutto di efficacia, in termini di capacità di rispondere ai sempre nuovi bisogni che si presentano. Non solo: il termine “qualità” nel sociale deve rimandare a un’idea di cittadinanza piena, in cui l’individuo non è solamente il beneficiario di prestazioni ma attore protagonista nell’erogazione di risposte, in termini di responsabilità, autorganizzazione, partecipazione.
Gianpietro Cavazza
Centro Culturale “F.L.. Ferrari”