1995/1 - Rapporto '94 dell'osservatorio sulle povertà

CONTENUTI

 

Prefazione di Renato Marinaro

 

Introduzione

 

I parte – Le Origini dell' Osservatorio

 

1.1 Cos'è un Osservatorio sulle povertà

1.2 Porta Aperta di Modena

1.3 Porta Aperta di Carpi

 

II parte – Rapporto '94

 

2.1 I gruppi di volontariato

2.2 I poveri di Porta Aperta Modena e Carpi

2.3 Osservatorio sulla povertà strumento della chiesa locale

 

III parte – Schede di approfondimento

 

3.1 Le povertà estreme

di Giovanni Pieretti

3.2 I cittadini stranieri a Modena

di Eleonora Bertolani

3.3 Centri di accoglienza a Sassuolo

di Antonio Caselli

 

IV parte - Bibliografia

Quaderno del Ferrari n. 1

Rapporto '94

dell'Osservatorio sulle povertà

 

 

INTRODUZIONE

 

 

L'Osservatorio sulle povertà in provincia di Modena è la traduzione nel concreto della esigenza della scelta preferenziale per i più deboli.

Esso rappresenta uno strumento che cerca di contribuire a capire meglio dove sono i poveri, quali le cause della loro condizione, quali gli atteggiamenti culturali che entrano in gioco nel momento delle scelte operative e politiche. L'Osservatorio, promosso congiuntamente dalle caritas delle diocesi di Modena e Carpi con la collaborazione del centro culturale "F.L.Ferrari", vuole quindi essere, per le chiese locali, uno strumento di conoscenza per seguire le dinamiche delle povertà.

 

Non è più criterio univoco considerare i poveri semplicemente coloro il cui reddito è inferiore al 50% del reddito medio di una famiglia di due persone.

Ormai una lettura solamente economica del fenomeno povertà è riduttiva; in modo analogo è assolutamente improprio fermarsi alle distinzioni tra nuove e vecchie povertà, giocando sugli aggettivi. Occorrono occhiali nuovi per leggere i fenomeni che attraversano la società: diventa necessario parlare dei diritti di cittadinanza negati, di solidarietà collettiva, di regole da dare alla convivenza civile, ripartendo dalla famiglia come nucleo fondante.

 

Tali considerazioni, se pur espresse per cenni, costituiscono le ragioni per cui in questo primo Rapporto dell'Osservatorio provinciale sulle povertà non si è cercato di fare una fotografia del fenomeno povertà partendo da una definizione teorica. Piuttosto si sono cercati dei punti di osservazione particolari da cui guardare la società, in un qualche modo si è scelto di guardare il procedere della vita quotidiana da dietro, dalla coda del gruppo; inevitabilmente questo ha implicato avere delle povertà una fotografia non complessiva ma parziale, privilegiando la chiarezza di alcuni particolari alla esaustività.

 

La prima parte del Rapporto chiarisce questi aspetti: nel primo paragrafo vengono illustrati natura e ragioni dell'Osservatorio mentre nel secondo e terzo vengono presentati i due centri di Porta Aperta, quelli di Carpi e Modena. La seconda parte presenta invece i risultati del monitoraggio del primo anno: nel quarto paragrafo vengono indicati i criteri che hanno guidato la scelta degli altri punti di osservazione selezionati (parrocchie e un campione dei gruppi di volontariato della provincia) e i principali risultati ottenuti dal questionario che, con una certa difficoltà, si è riusciti a somministrare. Sicuramente la ricerca sull'attività dei gruppi di volontariato ha trovato molte difficoltà ma riteniamo che alcune delle indicazioni emerse siano assai interessanti e meritassero comunque di essere presentate. Il quinto paragrafo entra nel merito dei risultati ottenuti con l'attività di monitoraggio quotidiano degli utenti delle strutture Porta Aperta, individuandone la dinamica nel modificarsi delle caratteristiche socio-economiche e gli aspetti più contaddittori emersi nel corso del 1994.

 

Il sesto paragrafo raccoglie le considerazioni pastorali che i responsabili delle Caritas hanno articolato sulla base dei risultati di un anno di osservatorio. Il Rapporto si conclude con alcune schede di approfondimento assai importanti: una prima propone una riflessione del professore Giovanni Pierettisulle dinamiche di povertà, una seconda raccoglie le valutazioni di Eleonora Bertolani sui dati ufficiali dell'immigrazione provinciale, mentre una terza presenta l'esperienza assai interessante del centro di prima accoglienza di Sassuolo.

 

Il percorso di ricerca e documentazione presentato nel Rapporto '94 giunge a confutare alcuni luoghi comuni e fornisce un quadro più completo, non solo da un punto di vista quantitativo, delle povertà presenti sul territorio provinciale.

Ad esempio, il Rapporto '94 ci dice che i poveri non sono solo i cittadini extracomunitari ma sempre più i cittadini italiani; che la povertà non è più soltanto un fatto individuale ma che coinvolge interi nuclei familiari e fasce sociali rimaste fino a ieri al di fuori della soglia di rischio; che non esiste una categoria generica di povertà ma che vi sono povertà per le quali sono necessari interventi mirati.

 

Questa prima indagine si propone pertanto come stimolo alla riflessione sulle attuali condizioni di vita nelle nostre città, sui problemi di povertà e di degrado che si manifestano con maggiore acutezza nei momenti di profonda modificazione dell'andamento dell'economia e della struttura del mercato del lavoro, sul ruolo dell'intervento pubblico, sul rapporto pubblico/privato. Ai cittadini quindi il compito di riflettere sulle caratteristiche delle città che desiderano costruire nei prossimi anni per se stessi masoprattutto per le generazioni che seguiranno.

 

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