Ferrari informa n° 2007/4

FerrarInforma 4/2007

 

RAPPORTI TRA LAICI CREDENTI E LAICI NON CREDENTI

E TRA POTERI FORTI E POTERI DEBOLI A MODENA

 

 

Poteri forti e poteri deboli, laici credenti e non credenti sono le due tematiche trattate durante un incontro tenutosi all'interno della consueta iniziativa dei "Salotti", incontri di approfondimento su tematiche di attualità che hanno le caratteristiche della libera discussione, proposta dal Centro Francesco Luigi Ferrari.

Le due tematiche sono state sottoposte all'attenzione di Matteo Richetti, consigliere regionale della Margherita.

La tematica dei poteri è stata trattata da Richetti sulla base delle dinamiche decisionali che egli ha avuto modo di osservare a Modena.

Questa è peraltro un tema molto attuale anche a livello nazionale, soprattutto per quanto riguarda i rapporti tra economia e politica. A questo proposito Richetti ha citato la dichiarazione rilasciata alla Stampa del 4 maggio da Monti: "le banche italiane rappresentano una forma di governo occulto" e la dichiarazione di Tabacci "non è più la politica a comandare sull'economia ma i ruoli si sono ormai invertiti".

Entrambe queste affermazioni hanno suscitato molte polemiche.  Per Richetti il fenomeno sottolineato da Monti e Tabacci è stato a Modena molto più vero nel recente passato che non nel presente. A sostegno della sua tesi ricorda il congresso dei DS svoltosi nel 2000 in cui il segretario uscente denunciò la commistione troppo forte tra il partito, i poteri della cooperazione e il sistema delle costruzioni: cartina di tornasole che evidenzia come in quella stagione si è assistito ad una fortissima "comunicazione" tra politica e sistema economico. Richetti definisce gli anni '80 e '90 come la stagione dell'agorà, in cui i bisogni e gli interventi dell'economia hanno spesso preceduto e influenzato l'elaborazione della politica.

Il tema non va visto però solo dal punto di vista negativo, perché in ogni realtà sono sempre esistiti luoghi informali (i salotti) dove il sistema di discussione coinvolgeva tutti i vari sottosistemi della società.

A Modena oggi mancano queste sedi e questi aspetti di preparazione alla decisione: non c'è più una modalità univoca di costruire idee e risposte comuni. "Il mondo caratterizzato dal modello cooperativo oggi mi sento di dire che a Modena non esiste più, così come i salotti": tutto ciò porta a far sì che Modena si distingua sempre per la sua difficoltà progettuale.

In tutta Europa stanno da poco nascendo gli urban center: spazi in cui si ripensa la città e si individuano eventuali trasformazioni da attuare. Ma a Modena dove potrebbero essere posti?

"Considerato che i tempi di gestazione di un elefante si aggirano intorno ai 18 mesi" afferma Richetti "sono molto preoccupato perché Modena ha superato anche gli elefanti: è da più di due anni che non viene prodotta una decisione chiara e condivisa da parte degli attori che stanno a capo della politica, delle forme associative e delle categorie economiche". Secondo Richetti occorre riuscire ad abbassare il livello esasperato di personalismo che sta caratterizzando la politica, diventando quasi un fattore congenito.

Max Weber, più di un secolo fa, sosteneva che alcuni vivono per la politica, ma molti vivono della politica; oggi invece "il Me condiziona in maniera sovrastante il Noi", cioè l'insieme delle preoccupazioni personali diventa conduzione della politica.

Nell'ambito del discorso sui poteri Richetti tocca anche il tema della coerenza tra le risposte che il Partito Democratico sta abbozzando in una situazione come quella emiliano-romagnola, che ha delle resistenze al cambiamento molti forti. C'è, infatti, una fortissima tensione tra struttura, tecnocrazia e politica, perché non c'è una chiara separazione tra i vari poteri.

 

Per quanto riguarda invece la tematica dei laici credenti e non credenti, secondo Richetti oggi non ci troviamo di fronte ad una nuova questione cattolica ma a quello che lui chiama sdoppiamento del bipolarismo. Non c'è il rischio che venga nuovamente messo in discussione il Concordato o che qualcuno non riconosca la laicità dello stato; però c'è il rischio che alla prima istanza pubblica o al primo esplicitare di volontà da parte della chiesa cattolica ci sia una corsa a chi lo interpreta meglio (corsa alle etichette).

"Non si può fare finta" afferma Richetti "che la questione della laicità si apra solo su alcuni terreni di settore". La chiesa non può per Richetti essere paragonata ad una lobby che ha la necessità di essere rappresentata: essa forma le coscienze, lascia che ognuno dentro la propria possa personalizzare il messaggio ma poi lo utilizzi esaltandolo nella sua azione politica. Per Richetti la chiesa vive sempre più "in difesa" il tema dei cattolici impegnati in politica. "La chiesa non può lanciare un messaggio ai cristiani in cui li invita ad impegnarsi in politica se poi, qualora questi lo facciano, vengono ignorati o sostituiti con altri meno o per nulla impegnati, perché questo può generare problemi sul come si vive l'essere cittadini cristiani".

 

 

 

Nota

L’incontro si è svolto il 7 maggio 2007

SEDE

Palazzo Europa - Via Emilia Ovest, 101 - 41124 Modena
Come raggiungerci

T.+39 059 334537

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