FerrarInforma 2/2006
«Testimoni di Gesù Risorto, Speranza del mondo. Dopo il 4° Convegno Nazionale Ecclesiale di Verona»
Mercoledì 15 novembre, presso il Centro culturale F.L.Ferrari, padre Lorenzo Prezzi, direttore del Il Regno ha proposto una riflessione sul tema: "Testimoni di Gesù Risorto, Speranza del mondo. Dopo il 4° Convegno Nazionale Ecclesiale di Verona".
Padre Prezzi ha iniziato la sua riflessione con alcune considerazioni sui tre precedenti convegni ecclesiali di Roma, Loreto e Palermo, mettendo in luce la prevalente questione teologica, ecclesiale, e politica di ognuno e la tonalità complessiva dell'evento.
Riguardo al convegno di Verona, padre Lorenzo ha evidenziato come centro teologico la questione della speranza, come principale vicenda ecclesiale la rinnovata conferma di un cattolicesimo popolare e di una presenza territoriale della parrocchia, come questione politica la valutazione del funzionamento delsistema bipolare e come tonalità prevalente la presenza di un consenso abbastanza ampio pur alla luce di una ulteriore riduzione del protagonismo laicale.
Venendo ai tratti più specifici del convegno di Verona, padre Prezzi ha identificato tre grandi pilastri: uno costituito dalle relazioni del Cardinal Tettamanzi e di don Franco Giulio Brambilla, uno costituito dalle restituzioni dei cinque ambiti di lavoro del convegno e in particolare dalla relazione di Savino Pezzotta e uno costituito dagli interventi del Papa e del Cardinal Ruini.
Della relazione di apertura di Tettamanzi, padre Prezzi ha sottolineato la definizione dell'evangelizzazione come il "caso serio" per la Chiesa italiana e la connessione fra tre termini considerati fondamentali per l'azione pastorale: comunione, collaborazione e corresponsabilità.
Della relazione di Brambilla, l'unica vera relazione teologica, sono stati messi in luce due punti. L'invito a "immaginare" la Chiesa, cioè la "capacità di sognare" mettendo insieme il dato realistico con il dato di un'attesa evangelica sulla Chiesa e il richiamo all'"esercizio del cristianesimo" definito come la capacità della libertà del credente di sottoporre la speranza cristiana alla prova del suo tempo.
Per quanto riguarda invece il secondo pilastro, Prezzi ha sottolineato come dai 5 ambiti in cui si è articolato il convegno ecclesiale sia emersa una originale lettura trasversale fra i consueti spazi dell'azione pastorale. Conseguenza di tale lettura è l'esigenza di fare perno più sulla persona che sulla struttura, immettendo nell'azione pastorale una maggiore interpretazione culturale dei fatti e superando una qualche "stanchezza" che talvolta emerge dalla consueta programmazione pastorale.
Delle tre relazioni iniziali che hanno introdotto i lavori dei diversi ambiti, padre Prezzi ha messo in evidenza quella di Savino Pezzotta: in particolare, i passaggi relativi alla connessione fra questione sociale e questione antropologica (legata al tema della bioetica, delle biotecnologie, della fecondazione assistita ecc), alla dimensione dell'impegno politico come forma alta di carità e alla riaffermazione della necessità di uno stato sociale seppure con declinazioni e forme nuove.
Rispetto all'intervento del Papa, padre Prezzi ha ripreso la predicazione dell'insufficienza della ragione strumentale moderna e del necessario allargamento della razionalità e l'insistita essenzializzazione della fede sui suoi tratti centrali. Per quanto riguarda il tema della Pastorale, Benedetto XVI ha sostanzialmente confermato tutti i passaggi che la presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha messo in opera in questo decennio, conferma non necessaria e quindi voluta della quale ha preso atto il Cardinale Ruini nel suo intervento.
Padre Prezzi ha affermato che all'interno dell'esperienza dei delegati c'è stato un clima di grande tranquillità pur essendo presenti divergenze interne che talvolta si sono scontrate, talvolta amalgamate, talvolta condizionate reciprocamente. In modo particolare è stata sottolineata la divergenza fra due grandi linee che la Chiesa italiana conosce dagli anni '70: il carattere spirituale – pastorale e quello culturale – istituzionale. Tali divergenze si sono manifestate sia attraverso diverse interpretazioni del Concilio Vaticano II sia attraverso diverse concezioni rispetto all'apertura verso l'antropologia e rispetto al tema del discernimento. Prezzi ha anche sottolineato come queste differenze non siano state notate dalla maggioranza dei delegati grazie alla presenza di un discorso teologico comune che ha amalgamato molto le parti, alla mancanza di forza di immagine e di durezza di proposte da parte dei movimenti ormai del tutto interni alla logica ecclesiale e alla riconferma finale del cattolicesimo popolare e dei legami di tipo parrocchiale come tratto essenziale del cattolicesimo italiano che ha reso molto omogeneo un insieme diversificato di appartenenze caratterizzato da molteplici tensioni.
Sul versante del laicato impegnato padre Lorenzo ha riportato tre fatti: i fischi al Presidente del Consiglio e un certo fastidio vissuto dai vescovi per questo episodio; l'isolamento dei politici cattolici con la conseguente minore capacità delle comunità cristiane di formarne altre; il fenomeno della secolarizzazione che per quanto riguarda la vita ecclesiale sembra provenire attualmente dalla destra politica.
Rispetto alle polemiche in merito ai "TeoCon", Prezzi ha evidenziato come questo sia un tema ancora aperto, dal momento che non sempre si ha la necessaria lucidità nei confronti della capacità di manipolazione che realtà come questa possono avere nei confronti della vita ecclesiale.
Considerando, poi, quanto i fenomeni del terrorismo e dei fondamentalismi incidano sulla nostra realtà e sul nostro vivere civile, padre Prezzi, ha affermato la necessità di elaborare, per quanto riguarda la vita della Chiesa, una connessione con la multireligiosità. In questo senso ha denunciato la scarsa qualità del momento dedicato durante il convegno alla preghiera ecumenica e della serata dedicata all'Europa nel corso della quale non è stata affrontata la questione fondamentale e cioè cosa chiede l'Europa al cristianesimo locale.
In conclusione Prezzi ha sottolineato come nell'insieme il convegno di Verona si sia caratterizzato per due elementi. Da un lato, un' invocazione ripetuta e insistita sulla questione laicale anche se non c'è stato nessun gesto capace di indicare chiaramente una via da percorrere, dall'altro una scarsa riflessione critica su questo decennio se si eccettua un passaggio della riflessione di Ruini sul discernimento collettivo che richiama la necessità di un impegno maggiore sul versante della formazione delle coscienze rispetto al versante politico, aprendo nuove possibili prospettive di cambiamento rispetto al "neoguelfismo" che ha dominato questo decennio.