Ferrari informa n° 2005/1

FerrarInforma 1/2005

 

Salotto del Ferrari

 

"CHIESA MADRE CHIESA MATRIGNA"

 

Prof. Alberto Melloni

 

 

Giovedì 28 Aprile alle ore 18,30 si è tenuto, presso il Centro F.L.Ferrari, un Salotto del Ferrari durante il quale il professor Alberto Melloni, membro della Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII di Bologna e professore di Storia contemporanea all’Università di Modena e Reggio Emilia ha incontrato i soci e gli amici del Ferrari parlando del suo libro "Chiesa madre chiesa matrigna". Il professore ha proposto una serie di riflessioni sull'attuale "stato di salute" del cattolicesimo e sulle prospettive che si aprono davanti al pontificato di Papa Benedetto XVI di cui presentiamo una breve sintesi non rivista dall'autore.

L'intervento del professor Melloni si è aperto sottolineando la tendenza del magistero, maturata durante gli anni del pontificato di Giovanni Paolo II, a porsi in una posizione di sostanziale "disinteresse" rispetto alla condizione reale della chiesa, in cambio della garanzia di non essere mai messo in discussione. Durante il pontificato di Paolo VI, infatti, le posizioni assunte dal Papa erano continuamente dibattute e spesso oggetto di esplicite critiche da parte dei vescovi, per evitare che questa situazione si ripetesse anche durante i pontificati successivi la chiesa romana ha deciso di assumere un atteggiamento di silente complicità rispetto alla vita reale cattolica ottenendo in cambio che la stessa complicità fosse rivolta dai vescovi nei confronti dell'operato del Papa.  

Il professore ha poi evidenziato come questa tendenza abbia prodotto delle conseguenze paradossali e spesso ricche di risvolti molto negativi: come l'abitudine, diffusa in molte comunità, di sostituire la celebrazione dell'eucarestia con delle azioni paraliturgiche condotte da suore o catechisti con delle ostie consacrate in precedenza da un prete.  In questo modo una quantità cospicua di cattolicesimo vive di forme paraliturgiche che vengono mantenute ed osservate perchè ci si è concentrati sull'idea che solo il celibato sia la cosa che non può essere abbandonata, dando l'impressione di considerare l'eucarestia un momento meramente rituale, un accessorio decorativo della vita comunitaria piuttosto che un suo elemento sostanziale. Un altro esempio di come questo atteggiamento di distacco del magistero rispetto alla vita reale della chiesa abbia prodotto pesanti conseguenze è la situazione del cattolicesimo americano. Il professore ha infatti posto in luce come la Chiesa romana abbia valutato come elemento assolutamente prioritario nella nomina  dei vescovi l'essere remissivi e rispettosi anche quando ciò andava a scapito delle capacità, creando in questo modo quella generazione di vescovi che non è stata in grado di affrontare con l'adeguata decisione e fermezza lo scandalo dei preti coinvolti in abusi sessuali su minori.      

Dopo aver affrontato questo tema, l'intervento del professore si è focalizzato sulla riscoperta della dimensione planetaria del cattolicesimo che è emersa dal Concilio Vaticano II e che ha caratterizzato in modo indelebile il pontificato di Giovanni Paolo II.

A questo proposito Melloni ha sottolineato come sotto il regno di Woityla, a fronte di un dilagare inesorabile della cattolicità su scala planetaria, si sia verificata anche una profonda difficoltà per i cattolici di riconoscersi gli uni con gli altri e di fare un'esperienza di fede e di reale comunione. Con un' immagine molto efficace il professore ha descritto Papa Giovanni Paolo II come il centro di un raggio con il quale tutti gli estremi avevano un rapporto unidirezionale. Tutti i cattolici, infatti, riconoscevano in Woityla un modello di vita cattolica e in ognuno di loro il Papa riconosceva un cattolico, il punto critico, però, è che i cattolici non sono stati capaci di riconoscersi come tali reciprocamente e di trovare un denominatore comune che ponesse in reale comunione esperienze e cammini di fede profondamente diversi.

Questo risulta, per Melloni, essere uno dei temi cruciali nell'agenda del nuovo pontefice: riuscire a recuperare la forza della comunione all'interno del mondo cattolico.

Il professore ha quindi sviluppato il tema dell'opportunità di un nuovo Concilio Vaticano, necessario, secondo molti, per trovare risposte alle problematiche che si presentano oggi alla Chiesa, come la questione dell'uomo e della donna, il problema dell'ecumenismo, il tema della struttura del governo della Chiesa, della collegialità.

Introducendo la parte conclusiva del suo intervento, incentrata sull'analisi della figura di Papa Benedetto XVI, il nostro ospite si è interrogato su se e come il nuovo Papa affronterà i temi sopra citati. Papa Ratzinger è stato decritto come un uomo di profonde capacità intellettuali e di grandissimo spessore culturale ma probabilmente meno capace del suo predecessore di affrontare e di integrare i diversi volti dell'universo cattolico e di tenere insieme, grazie anche alle sue doti umane, le diversità così mobili, pesanti e taglienti di una Chiesa ormai completamente universale e globale.

Il Conclave comunque ha dimostrato di ritenere Ratzinger la persona più idonea a guidare il cammino della Chiesa e a conciliare le diverse istanze che la animano. Lo prova la convergenza molto forte con cui si è proceduto all'elezione del Papa e l'enorme credito alla persona che è stato dato dai cardinali eleggendo Ratzinger pur violando, cosa rara per un Conclave, una serie notevole di record come l'elezione di due Papi stranieri consecutivi che non si verificava da più di mille anni, di un Papa tedesco dopo novecento anni e l'unico dopo la Riforma, del primo Papa di una grande potenza che siederà al Consiglio di Sicurezza dell'ONU, del primo Papa teologo...

L'intervento del professor Melloni si è quindi concluso con l'auspicio che i cattolici vivano l'elezione del nuovo Papa come un'occasione per impegnarsi nella rigenerazione della Chiesa, vivendo un nuovo impulso a rinnovare le responsabilità proprie dell'essere cattolici.

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