Dobbiamo dirlo: il risultato elettorale dello scorso 25 settembre non ha prodotto grandi sorprese. Sapevamo che sarebbe stato difficile per le forze di centrosinistra recuperare il distacco con la destra, soprattutto alla luce delle divisioni e della legge elettorale maggioritaria.
All’interno del risultato globale sono emerse poi alcune sorprese: l’affermazione di Giorgia Meloni a discapito degli alleati, la tenuta (rispetto ai sondaggi) del Movimento 5 Stelle, il risultato buono ma non eccezionale del terzo polo, le difficoltà del Partito Democratico. Su tutti questi fenomeni esperti e mass-media si sono soffermati a lungo. Un importante focus lo abbiamo fatto anche noi, grazie ai dati e alla relazione di Marta Regalia, nostra ospite il 5 ottobre.
Fra tutti gli spostamenti, ce n’è però uno di cui si parla colpevolmente poco: il crollo della partecipazione: solo il 64% degli aventi diritto ha votato, -9% rispetto alle scorse elezioni. È un fenomeno che viene da lontano e non è che l’ennesima dimostrazione di quanto il nostro sistema democratico fatichi a trovare le risposte adeguate al tempo che stiamo vivendo. Da una parte una società e mercato del lavoro che cambiano con una velocità e un’ampiezza sconosciuta; dall’altra una politica autoreferenziale ed istituzioni sempre più deboli.
Risultato: la nostra democrazia è malata. Una prima medicina può arrivare da una legge elettorale che restituisca più potere ai cittadini. Ma dobbiamo anche andare oltre, provando a leggere meglio i nostri tempi e ad avviare cure che agiscono in profondità.
Abbiamo bisogno di costruire una nuova prospettiva, di capire ciò che sta accadendo intorno a noi e fornire le giuste soluzioni. Ne abbiamo parlato anche il 26 ottobre, in occasione della nostra iniziativa a cento anni dalla Marcia su Roma: il rischio maggiore è chiudersi nei vecchi schemi e non capire i grandi movimenti che accadono davanti ai nostri occhi. Per farlo abbiamo bisogno di studio e di approfondimento.
Per questo abbiamo deciso di iniziare una piccola rassegna che porterà al Ferrari esperti in grado di aiutarci in una vera analisi. Due date sono già state fissate. Il 14 novembre avremo Mauro Magatti, sociologo ed economista alla Cattolica, nonché editorialista del Corriere della Sera e di Avvenire. Con lui parleremo della società in cui siamo immersi, dei cambiamenti in atto e dei valori da inserire nella politica per costruire un nuovo futuro.
L’1 dicembre avremo invece Stefano Ceccanti, costituzionalista ed ex deputato, che si concentrerà maggiormente sulle necessarie riforme per far ripartire una macchina democratica più efficiente e partecipata. Seguiranno poi altri incontri a partire da gennaio.
A proposito di lettura della realtà che ci circonda vogliamo infine segnalarvi una novità: il podcast Cronache Modenesi. Ogni settimana scegliamo le notizie a nostro avviso più significative apparse sulla stampa locale, le leggiamo e le esploriamo insieme, così da avere un’idea più chiara di ciò che si muove sotto il cielo di Modena.